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La politica di coesione dell'UE rischia di diventare uno “strumento di emergenza”

Oggi, nell'ambito della revisione intermedia,  il Parlamento europeo ha approvato alcune modifiche alla politica di coesione dell'UE. Pur introducendo nuove priorità quali l'edilizia popolare e la resilienza idrica, la riforma conferisce maggiori poteri ai governi a scapito delle regioni e delle comunità locali.

Inoltre, indebolisce le garanzie sul clima e sulla spesa sociale, facilita l'accesso alle grandi imprese e inserisce la difesa tra i nuovi settori ammissibili.

L'eurodeputata Cristina Guarda, relatrice ombra del Gruppo Verde/ALE sul regolamento, commenta:

"La spesa per la difesa non dovrebbe andare a scapito dello sviluppo regionale. I bilanci della difesa dispongono già di strumenti dedicati e i fondi di coesione non sono mai stati concepiti per finanziare progetti militari. Destinando i fondi per lo sviluppo regionale alla difesa, rischiamo di erodere la fiducia in una delle politiche di maggior successo dell'UE. Coesione dovrebbe significare investire nelle persone, nelle comunità e nella crescita sostenibile. Spostare risorse dai cittadini per sovvenzionare l'industria bellica crea un precedente pericoloso."

“Inoltre questo accordo rischia di trasformare una politica di solidarietà a lungo termine in uno strumento di emergenza a breve termine. L'intera procedura è stata affrettata e ha lasciato i cittadini senza voce in capitolo. Il gruppo Verdi/ALE non può sostenere questo accordo”.

 

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