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Resilienza e resistenza - un caso studio

Sfidando la criminalizzazione della solidarietà in Europa

 

Uno studio di Marta Gionco e Jyothi Kanics (PICUM) commissionato dal cluster Diritti e democrazia dei Verdi/ALE
Studio completo disponibile in EN, IT
Sintesi e raccomandazioni politiche disponibili in EN, IT, DE, FR GR

 

Agire in solidarietà con i rifugiati e migranti nell'UE è stato difficile per anni. Tra il 2015 e il 2019, la ricerca mostra che almeno 171 persone sono state criminalizzate per azioni di solidarietà con i rifugiati e migranti in 13 Stati membri dell'UE. E il fenomeno non accenna a rallentare.

Un nuovo studio, condotto da Picum e dal gruppo Greens/EFA al Parlamento europeo, traccia le nuove tendenze della criminalizzazione ed elabora le raccomandazioni che l'UE deve adottare.

Lo studio ha rilevato che tra gennaio 2021 e marzo 2022, ben 89 persone sono state criminalizzate per aver aiutato i rifugiati e migranti. Queste persone hanno fornito cibo, alloggio, assistenza medica o mezzi di trasporto a persone costrette a fuggire dal proprio Paese. Hanno anche fornito assistenza per le richieste di asilo.

È possibile che questi numeri rappresentino solo una percentuale minima delle persone perseguite penalmente nell'UE per solidarietà verso i migranti ed è altamente probabile che molti casi non siano stati rilevati durante la nostra ricerca.

Il nostro studio ha rilevato che la maggior parte dei casi di criminalizzazione della solidarietà probabilmente non viene denunciata a causa di:

  • il timore che l'attenzione dei media possa compromettere ulteriormente i rapporti con le autorità e limitare l'accesso alle zone di confine o ai centri di accoglienza;
  • la volontà di preservare il diritto alla vita privata dei volontari e di non mettere a rischio loro e le loro famiglie;
  • o per la preferenza di alcuni difensori dei diritti umani a non parlare mentre i processi sono in corso.

Nella stragrande maggioranza dei casi (88%), i difensori dei diritti umani sono stati accusati di favoreggiamento dell'ingresso, del transito, del soggiorno, o di contrabbando di migranti.

Un altro dato preoccupante sottolineato dallo studio è che la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani, che sono essi stessi migranti, è ancora più sottovalutata.

Queste persone si trovano in una situazione particolarmente vulnerabile, rischiando deportazioni, respingimenti, detenzioni arbitrarie e perdita di status. Molti devono affrontare dure conseguenze finanziarie, sociali ed economiche.

L'Unione europea deve intervenire immediatamente per combattere la repressione della solidarietà e impedire la criminalizzazione dell'assistenza umanitaria. L'UE dovrebbe fare molto di più per proteggere i difensori dei diritti umani, anche finanziando adeguatamente l'assistenza umanitaria e migliorando il monitoraggio dei diritti umani. È urgente promuovere una politica migratoria dell'UE più equilibrata e in linea con i valori europei.

Per saperne di più su casi specifici nell'Unione europea e su ciò che l'UE può fare per affrontare il problema della criminalizzazione della solidarietà, leggi il nostro studio. 

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Rosa D’Amato
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